Keep Calm

Questo è un momento particolare dell’anno per gli insegnanti, perché è il periodo dei nuovi inizi. Chissà quante e quanti di voi stanno per iniziare questa nuova avventura che è l’insegnamento e magari sono in ansia… ebbene fate un bel respiro e provate a leggere questo articolo.

Ogni tanto mi capita di riceve messaggi in privato di colleghe/i che sono agli inizi e sono pieni di dubbi e ansie, tranquilli É NORMALE. Capisco benissimo il vostro stato d’animo ma non si diventa insegnanti accettando un incarico o firmando un contratto, è un processo lungo e continuo. Insegno da 16 anni alla scuola primaria e spesso mi sento l’ultima arrivata, le colleghe e i colleghi mi sembrano più preparati di me, più capaci di me, più intuitivi… più insegnanti!

Voglio condividere con voi la mia esperienza nel caso possa aiutarvi. Sono laureata in filosofia antica e vedevo il mio futuro come ricercatrice in qualche università all’estero, magari in Germania dove ho studiato per qualche tempo… poi a 23 anni trovo un lavoro in un pensionato universitario come educatrice/Tutor, ho pensato che mentre scrivevo la tesi poteva essere un modo per mantenermi. Il contratto è diventato a tempo indeterminato, mi sono stati affidati incarichi, ero stimata, benvoluta, il lavoro era anche stimolante, ho così messo da parte i miei sogni e mi sono dedicata a quel lavoro che mi ha dato tante soddisfazioni, ma a un passo dalla promozione ho sentito che qualcosa non funzionava più.

Di una paio di cose ero certa: che non avrei sposato un uomo più giovane di me e che mai avrei fatto l’insegnante di scuola primaria… (nel giro di poco tempo ho fatto entrambe le cose 🙂 )

Ho partecipato al concorso del 1999 per la scuola primaria per accompagnare un’amica incinta e poi ho superato brillantemente entrambe le prove, ma non mi sono mai interessata della graduatoria finché un sabato pomeriggio del luglio 2005 è arrivato un telegramma “convocazione immissione in ruolo”, ho dovuto chiamare mio fratello per capire di che si trattasse!. Nel giro di un Week end ho deciso di cambiare vita e di non guardarmi indietro.

Ho sempre lavorato nel mondo dell’educazione, mi sono sempre misurata con la pedagogia e la psicologia ma sono dovuta ripartire da zero, nel lavoro che lasciavo ero un punto di riferimento, gestivo tante cose, quando ho iniziato a fare l’insegnante ero uno zero.

Ricordo che il primo giorno di scuola mi sono presentata con un herpes terribile per l’agitazione.

settembre 2005

A chi inizia dico che in principio è normale sentirsi inadeguati, avere voglia di conoscere tutto, pianificare tutto, ma la mia esperienza ( ed è la mia, quindi non voglio dire che sia così per tutti) è che prima “bisogna farsi le ossa”, capire cos’è la scuola, come funziona, come ci si relaziona con i bambini e con i colleghi, poi una volta acquisita un po’ di sicurezza c’è spazio per cercare il proprio metodo, la propria inclinazione.

All’inizio ho trovato colleghe fantastiche, Teresa, Daniela, Malvena, Luisa che mi hanno aiutato, incoraggiato, corretto, ho lavorato in parallelo, ho ascoltato, chiesto (non vergognatevi mai di chiedere), studiato… poi ho iniziato a capire come funzionava. Piano piano ho iniziato a scegliere, a capire ciò che mi rappresentava, ho iniziato a costruire un MIO METODO di insegnamento.

Nel tempo ho cambiato approccio, ho sperimentato e continuerò a sperimentare e cambiare in base ai bambini che mi troverò di fronte.

Per un periodo ho usato molto la tecnologia, a questa ho aggiunto la creatività. Uso molto i disegni i colori, i pop up, all’inizio aiuto gli alunni preparo il materiale, li guido, la mia esperienza è che piano piano fanno proprie queste tecniche e le riproducono da soli. Quello che noto è un grande entusiasmo nel partecipare alle lezioni, nell’aver cura del proprio quaderno, nel ricordare le cose facendo riferimento alle immagini e alle storie che abbiamo usato. Cerchiamo di imparare l’italiano partendo da ciò che è più vicino a noi, usando al minimo schede tratte da libri. Leggo loro molte storie, altre ne invento, vedo che loro a volte vengono a scuola proponendo lavori, elementi per delle storie… e tutto ciò diventa parte della lezione e funge da stimolo per altri.

Quest’anno, in vacanza al mare,parlando con delle persone conosciute sotto l’ombrellone parlavamo dei nostri lavori, dall’inizio dico sempre che sono un’insegnante, poi raccontando uso sempre l’espressione “quando sono diventata maestra…” è proprio così, si diventa maestra o maestro, se lo si vuole, ogni giorno un passo alla volta, guardandosi intorno, condividendo, cercando, mantenendo viva la curiosità. In ogni modo non bisogna avere fretta, ciò che arriva subito, se uno ci mette il cuore e il cervello, è il feedback dei bambini che ripaga di ogni sacrificio.

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5 pensieri riguardo “Keep Calm

  1. Ciao Maestra!
    Io sono Silva Paulo Celso, insegnante in Brasile allora per gli universitari. Insegno da 30 anni alla scuola primaria, dopo secondaria y università. Sono laureato in filosofia geografia e filosofia y dottorato in Geografia Humana. Benne, benne!! ma, vorrei dire che in tutti questi anni , Io ancora sento paura nello primo dia con gli ragazzi e ragazze. Una paura di non potere offrire qualcosa di interessante oppure importante per la loro vita. Grazie Mile, per il testo. A presto. Cordialmente Paulo

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  2. ciao! i tuoi lavori sono stupendi, ricchi di creatività e di spunti giocosi. e’ raro trovare dei lavori così calzanti per i bambini. trovo tante cose in comune con te, dalla laurea in filosofia (contemporanea) alla scelta del libro A più voci che davvero considero meraviglioso. anche io ho una classe 5,Bellissima la tua storia, ti ringrazio per aver condiviso tutto e ti auguro buon lavoro.

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